La rabbia è una strana emozione: quasi sempre è un’emozione di copertura. Sorge per nascondere quello che proviamo davvero.
Spesso sorge quando siamo spaventati oppure quando abbiamo provato dolore. Sorge come reazione automatica perchè le nostre difese entrino in azione più velocemente. Il nostro sistema corpo – mente infatti ha tanti automatismi, spesso regolati da una emozione. Proviamo rabbia e i muscoli dorsali si contraggono, le spalle si attivano, la mascella si irrigidisce, la cassa toracica che contiene il cuore si serra e tutto entra nella modalità difensiva. Anche il pensiero che cessa di essere riflessivo.
Perché se c’è una cosa che è certa è che quando siamo arrabbiati la capacità di riflettere si blocca: abbiamo bisogno, per difenderci, di pensieri rapidi, rapidi come slogan. Se qualcuno entra nel nostro raggio d’azione, in quel momento, diventa l’oggetto della nostra scarica, anche se non c’entra nulla. Il secondo passaggio è trovare un responsabile, qualcuno che investiamo del potere, ipotetico, di far andare le cose diversamente. Un colpevole insomma.
Tutto questo per poter continuare a navigare in superficie. Poi, se siamo interessati ad andare in profondità, quando proviamo rabbia, sdegno, indignazione, irritazione, insofferenza, e una delle tante sfumature della rabbia, proviamo ad andare in profondità. Ci ritroveremo, senza accorgercene, nel luogo dove sorge la compassione.
Quando un pensiero è finito e nessun altro pensiero è ancora arrivato, possiamo riposare in quello spazio. Possiamo educarci a tornare al cuore immutabile di quel momento. Tutta la compassione e tutta l’ispirazione nascono da lì. Pema Chodron
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2017 Risolversi a cominciare Foto di ©Simpio96
[…] Approfondimento: Ritrovarci nel luogo che la rabbia nasconde […]