
In questi giorni il cielo è stato insolitamente trasparente e sereno. Malgrado il caldo l’aria è stata limpida e trasparente. E l’acqua azzurra e intensa. Facile desiderare che tanta bellezza rimanga costante. Che non ci siano nuvole o umidità ad offuscarla. Facile cercare di consolidare la bellezza e mantenerla intatta. Sappiamo che non succederà e che capiterà un giorno in cui qualcosa sarà “troppo”. Troppo caldo o troppo umido o troppo ventoso.
La nostra opposizione comincia così, con la parola troppo. Ci sembra che qualcosa sia superiore alle nostre forze e cominciamo ad opporci. Magari lamentandoci perchè sappiamo che non potremo cambiare le condizioni meteorologiche. Quel troppo continuerà a risuonare dentro come se ci fosse un giusto a cui tendere. Come se troppo fosse sbagliato e controllabile. Aggiustabile fino ad arrivare all’esatta dimensione dei nostri desideri. È comico perchè anche poco, spesso, è troppo poco. Così la nostra tendenza a misurare può colmarci di insoddisfazione, alimentare la nostra opposizione e il nostro rifiuto verso aspetti che – essendo già presenti e misurati – non abbiamo la possibilità di mandar via. Possiamo solo opporci ma questo non li cancellerà. Anzi, aggiungerà alla loro presenza, la fatica della nostra resistenza e quel sottile e assurdo senso di fallimento che ci viene dal non riuscire nel nostro intento, dimenticando che è un intento impossibile.
Così molto spesso il primo atto di accettazione che abbiamo bisogno di compiere è non opporsi. Lasciar andare la nostra opposizione e i tanti modi in cui la decliniamo. Con la tensione del corpo, con la voce autocritica dentro. Con pensieri svalutanti e frustranti. Troppo è la misura della nostra opposizione. Lasciar andare è la dimensione della nostra accettazione.
Accorgendoci dei momenti in cui ci opponiamo alle cose nel corso della giornata, possiamo iniziare a diventare più consapevoli di ciò che impedisce l’insorgere naturale dell’accettazione. Andy Puddicombe
Pratica di mindfulness: Esplorare rifiuto e accettazione oppure, se siete tesi o intorpiditi, La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale
Foto di ©Alessandra Leonetti
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