Il nostro respiro è un grande maestro: ci cura, cu nutre, ci insegna a stare con leggerezza nel continuo cambiamento della nostra vita. Ieri mattina, durante la pratica, ho iniziato ad osservare diversamente il mio respiro. Ho iniziato ad osservarlo come maestro dell’inizio e della fine. Ho scoperto così piccole informazioni che forse possono essere utili.
È più facile essere presenti nell’inspirazione, perchè aumenta l’energia. Con l’espirazione entriamo più facilmente nel torpore. L’energia dell’inspirazione – se aumenta troppo – produce proliferazione mentale e allora – se non siamo consapevoli – iniziamo a seguire i pensieri e non il respiro. È quello il punto in cui l’espirazione diventa provvidenziale: per lasciar scendere l’energia e non cadere nella proliferazione mentale.
Quindi ogni respiro è un ciclo in cui da una parte aumenta l’energia e dall’altra si regolarizza attraverso il lasciar andare. La maggiore energia crea qualcosa e l’espirazione stabilizza quello che è nato perchè la successiva inspirazione lo faccia crescere e diventi nutriente. Può essere uno stato mentale di varia natura, in cui, respiro dopo respiro, andiamo in profondità.
Non è forse questo l’intreccio tra essere e divenire che sta nella nostra vita?
Per poter divenire, per stare nel cambiamento, abbiamo bisogno di essere nel presente. Ma non possiamo fermare il presente e privarlo della sua qualità di trasformazione e così, come l’acqua di un fiume, scorriamo verso un continuo mutamento
Quando finalmente, nel corso della mia terapia con Reich, mi sentii spontaneamente in armonia con il mio respiro, provai una gioia profonda, simile a quella di una persona che esce da una prigione. Le tensioni muscolari croniche delle diverse parti del corpo sono la prigione che trattiene la libera espressione della nostra individualità. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2017 Dimorare nel presente, dimorare nel corpo Foto di ©antonioprincipato
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