
C’è una confusione essenziale rispetto all’amore nei confronti di se stessi. La confusione è che amarsi significhi essere egoisti. O peggio, dei mostri egoisti. Questa confusione è alimentata dal narcisismo che sembra una caricatura egli effetti deleteri dell’amore nei confronti di se stessi.
Nel narcisismo però si ama un’immagine di se stessi che spesso ha il compito di coprire una sottostante sensazione di disvalore. Il narcisista ama la sua immagine perché ha poco contatto profondo con se stesso. E questa, in effetti, può diventare una sorta di caricatura dell’amore. Ma l’amore nei confronti di se stessi è proprio toccare quella radice intima e profonda, che spesso nascondiamo agli altri e dirci “Vai bene così”. “Non devi dimostrare niente a nessuno. Vai bene così come sei, con graffi, strappi e lucente bellezza”. Sì perché dentro c’è una lucente bellezza che illumina quello che facciamo. E se non amiamo, rispettiamo, onoriamo quella lucente bellezza anche il nostro amore per gli altri diventa condizionato. Condizionato dal desiderio di essere approvati, ammirati, amati.
Abbiamo bisogno di partire da lì. Dall’amore per come siamo, non dall’amore nei nostri confronti a patto di migliorare. Non dall’amore nei nostri confronti a patto di vincere. A patto di essere bravi. A patto della prova inconfutabile del nostro valore.
Proprio da quell’amare se stessi senza condizioni. Come potrebbe essere altrimenti? Che amore sarebbe se fosse condizionato al realizzarsi di fatti che molto spesso non dipendono da noi? Come possiamo dire di amarci se per farlo abbiamo bisogno di un altro che ci ami?
Tranquillizziamoci: tutto questo non è un iperbolico egoismo: è quella accettazione di base da cui partire per amare gli altri. Anche loro così come sono. Senza patti verso il miglioramento. Non c’è altra vita che questa.
Come farlo in pratica e non in teoria? Ascoltati: se dentro c’è un ritornello di biasimo nei tuoi confronti o nei confronti degli altri, può darsi che ci sia del lavoro da fare. Quello è la segreta pazzia. Se c’è amarezza per ciò che non è stato, quello è il segnale d’allarme. Poi, amando arriverà una benefica dolcezza. Non pensare che il biasimo sia il passo conclusivo dell’amore nei tuoi confronti. È solo l’ouverture.
E cos’altro può’ essere l’amore se non una segreta pazzia, una opprimente amarezza e una benefica dolcezza. William Shakespeare
Pratica di mindfulness: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2017
Questa settimana sarò in ritiro. Questa è la ri-edizione di uno dei post migliori del 2017
Foto di ©Alessandra Leonetti
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