Il nostro desiderio di cambiamento molto spesso si identifica con il fare: pensiamo di dover fare qualcosa di preciso perché avvenga qualcosa d’altro. Di altrettanto preciso. O almeno di più gratificante.
I nostri sforzi in questa direzione spesso ci lasciano frustrati e delusi. Non riusciamo a produrre quel cambiamento desiderato oppure possiamo farlo solo a patto di una pressione continua in una direzione.
Raramente ci viene in mente che molti dei cambiamenti che desideriamo non possono nascere dal fare ma nascono, invece, dall’aumentare lo spazio dell’essere. Lo spazio dedicato alla contemplazione, alla profondità, al sorgere delle intuizioni, al riposo e al vuoto. Uno spazio che si contrae quando siamo troppo attivi e veloci e si espande quando rallentiamo o ci fermiamo.
Il problema è la porta.
Cosa c’entra la porta, direte voi? La porta è il passaggio dalla modalità del fare alla modalità dell’essere. È una porta che richiede una transizione, un lasciar andare e che, spesso, forse troppo spesso, è percepita come una sottile angoscia. Come una sottile perdita. O come un timore. Così giriamo i tacchi e ritorniamo alla modalità del fare. E ci impegniamo in nuovi programmi di trasformazione.
Invece quella porta va varcata. Con tutta l’ansia che può darci. Perché, al di là di quella porta – che è come il rito di iniziazione delle favole – ci aspettano meraviglie.
E più sono grandi quelle meraviglie, più l’angoscia dell’attraversarla può essere insistente. Non dobbiamo abbandonare il fare: non ci aspetta nessuna via ascetica. Ci aspetta la Via di Mezzo: quella del dialogo tra l’essere e il fare.
Fare rappresenta il tentativo di cambiare una situazione, il che va bene quando si tratta di una situazione esterna. Tuttavia, quando la situazione è interiore, cioè uno stato dell’essere, cercare di cambiare le cose con il fare ha come risulato una riduzione dell’essere.(…)La salute emotiva può essere raggiunta solo attraverso una consapevolezza di sé e un’accettazione di sé. Lottare per cambiare il proprio essere ha come conseguenza che la persona è coinvolta più profondamente nel destino che cerca di evitare. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2016 Cambiare diventando se stessi
Foto di ©pascalphotos.net
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