
Forse ricordi “A beautiful Mind”, un film di diversi anni fa che raccontava la storia – vera – di John Nash, un matematico che ha vinto il Premio Nobel e che soffriva di schizofrenia. Nash riesce a comprendere di soffrire di allucinazioni quando si rende conto che i personaggi che vede e con i quali parla e interagisce non invecchiano mai.
Rimanevano sempre uguali a se stessi, il tempo passava, lui invecchiava. Loro no. Erano sempre giovani. Le allucinazioni non sparirono ma da quel momento John sapeva che quelle che vedeva non erano persone reali, proprio per questo essere permanenti, inalterabili nel tempo.
Ecco noi non abbiamo allucinazioni e la schizofrenia con allucinazioni è una patologia relativamente rara ma anche noi abbiamo delle ripetizioni che tornano, ossessivamente, ad abitare la nostra mente. Abbiamo pensieri ripetuti che si presentano sempre uguali, anche se passano gli anni. Sono convinzioni profonde che emergono come se fossero una didascalia della nostra vita. “Non sono abbastanza”, Non faccio abbastanza”, “sarò sempre sola/o”, “I fiori del mio vicino sono più belli” e così via. Ognuno di noi ha qualche didascalia di questo genere che torna ripetutamente e alla quale crede. E siccome ci crede, dà forma ai suoi comportamenti e quindi alla sua vita.
Non crederci: se a distanza di anni, in situazioni diverse, in fasi diverse della vita tornano sempre uguali sono come le allucinazioni di John Nash. Inizia a dirti “i pensieri non sono fatti”. “E non possono rimanere uguali in situazioni completamente diverse”. Sono didascalie, liste di pensieri automatici che le nostre difese fanno passare in sotto-impressione quando siamo giù.
Oggi è la festa della Liberazione: festeggia la tua libertà dalla tirannia della mente. Dichiara pace e lascia la lunga lista di pensieri automatici che ti attraversa: la guerra – il momento in cui si sono formati quei pensieri – è finita da un pezzo. Gustati la pace.
La costante attività giudicante della mente ci rende difficile trovare uno stato di pace interiore: la mente si comporta come uno yo-yo, che tutto il giorno va su e giù lungo la corda dei nostri giudizi positivi e negativi. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2018 Il Protocollo MBSR