
L’altra sera mi è successa un cosa commovente, anche se non insolita. Una persona che partecipa al protocollo MBSR mi ha detto che si era sempre chiesta cosa voleva dire essere presenti. E che, in quella pratica, aveva sentito cosa voleva dire essere presenti. E questo sentirsi l’aveva commossa e riempita di stupore. Ieri, nella pratica per lo Yoga Day un’altra persona ha condiviso, con altre parole, la stessa sensazione.
È proprio così: questa azione così essenziale come essere presenti è spesso tanto velata che non la conosciamo. Eppure la riconosciamo subito quando avviene: quando il velo fatto dal dubbio e dalle cose che vorremmo fare e che ci tratteniamo dal fare cala, tutto si offre con il suo splendore originario e ci commuove. Non abbiamo bisogno di azioni straordinarie, di gesti eroici, solo la presenza basta. Come mai evitiamo qualcosa di così semplice ed essenziale? La evitiamo perché, per essere presenti, abbiamo bisogno di un impercettibile movimento interiore: lasciar andare le difese. Quelle che, per l’appunto, velano e filtrano la nostra percezione della realtà. Non ci diciamo mai qual’è il costo del nostro arsenale difensivo. Non ce lo diciamo perché, altrimenti, saremmo meno sicuri che valga la pena tenerlo armato. Eppure il costo del nostro arsenale difensivo è propri questo: vela la nostra vita e filtra le nostre esperienze. Tutto ciò che viviamo è visto alla luce di ciò da cui dobbiamo difenderci. E, a volte, per giustificare le nostre difese, ci inventiamo pericoli che non ci sono, proprio come qualsiasi stato belligerante.
Ciononostante, basta un respiro, un attimo di disarmo e torniamo ad essere quei vulnerabili guerrieri che siamo: armati della nostra vulnerabilità e del nostro coraggio, facciamo un rotazione di prospettiva che ci salva la vita.
La meditazione ha una prospettiva del tutto diversa: ogni stato, ogni momento, costituiscono un’esperienza particolare. Quando rinunciamo a desiderare che accada qualcos’altro, la nostra capacità di misuraci con il presente compie un grande passo avanti. Jon Kabat Zinn
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
Poesia del giorno: Finora
© Nicoletta Cinotti 2016 Le radici della felicità
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