
Di solito percepiamo la pazienza come un’attitudine che significa, più o meno, “aspetta e vedrai”. Per esempio ci arriva il messaggio in cui il partner ci dice che dobbiamo parlare e allora bisogna pazientare e attendere fino a quando lo incontreremo di persona e potremo discutere. Nel frattempo stiamo lì a domandarci se ci aspettano buone o cattive notizie. Non vediamo l’ora che quell’attesa finisca, di qualunque cosa si tratti.
La pazienza non è un atteggiamento “Aspetta e vedrai” ma, al contrario, è la disponibilità ad essere presenti. Coltivarla è qualcosa che può dare gioia. Quando sei seduto sul cucino di meditazione, può scatenarsi una forte emozione, per esempio, la paura. Cominci a pensare: “E se domani la mia presentazione va a finire male?”. La paura si insinua e aumenta via via che la mente gira vertiginosamente e costruisce scenari basati sulla paura. Applicare la pazienza in quella circostanza significa semplicemente essere presenti all’emozione, lasciando che fluisca e defluisca come la marea, tornando il più possibile al respiro.
La pazienza può anche essere non aspettarsi niente. Pensa alla pazienza come all’atto di essere aperto a qualunque cosa si presenti sulla tua strada. Quando cominci a solidificare le aspettative rimani deluso perchè non si presentano mai nel modo in cui le avevi immaginate.
Quando ti abbandoni a qualunque cosa possa arrivare senza dipingerla con le tue proiezioni, allora non c’è nulla rispetto a cui essere impazienti. Senza nessuna idea fissa di come qualcosa potrebbe presentarsi è difficile farsi bloccare da ciò che non accade nel tempo desiderato. E invece, non fai altro che essere lì, aperto alle possibilità della tua vita. Lodro Rinzler
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