
Quando parliamo di blocco, in analisi bioenergetica, intendiamo un’area di contrazione muscolare che con il tempo si è cronicizzata. Questo aspetto non è limitato al corpo ma si esprime anche in un corrispondente aspetto di stasi e ristagno in una situazione della nostra vita. Una stasi che è connessa in analogia all’area del corpo in cui sperimentiamo il blocco. Per cui se la nostra area di blocco riguarda il cuore quello che ci troveremo a vivere, soggettivamente, nel corpo, è una sensazione di pesantezza nel torace o una assenza di percezione di quella zona ma quello che, invece, vivremo nella nostra vita sarà un ripetersi di situazioni affettive simili. Senza elementi di novità anche quando cambiamo relazione.
Il blocco impedisce due movimenti fondamentali per la nostra crescita: impedisce il lasciar andare e il lasciar fiorire. Anche qui l’impedimento non è solo corporeo ma riguarda anche le situazioni che ci troviamo a vivere nella realtà della vita.
Perchè il lasciar andare è importante e che relazione c’è con il lasciar fiorire? La nostra vita ha bisogno di discontinuità e di flusso, due movimenti che sono opposti solo apparentemente. Li ritroviamo nello scorrere delle stagioni: l’autunno porta la discontinuità con il cadere delle foglie che segnano l’invito a lasciar andare le cose che non ci sono più necessarie. L’inverno segna il riposo del lasciar essere e la primavera invita a lasciar fiorire ciò che nell’inverno abbiamo lasciato riposare. Se siamo bloccati impediamo entrambi questi movimenti: non riusciamo a lasciar andare, a chiudere le situazioni e non riusciamo a lasciar fluire, ad agire con la spontaneità ed autenticità di quello che proviamo.
Viviamo in uno stato di dubbio che sembra un lasciar essere ma è, invece, il trattenere del controllo e la paura di sbagliare. Perchè il blocco parla il linguaggio del controllo che nel corpo si esprime in nitida declinazione: mi aggrappo ad una idea, sosto nel dubbio che non ha la qualità vitale dell’incertezza ma solo quella, esitante, della paura e faccio un fermo immagine della situazione, che può durare anche moltissimi anni. E il ri-attivarsi, lo scorrere del film della nostra vita, può avvenire quando è troppo tardi. Perchè la vita, invece scorre, oltre e al di là della nostra paura e ci trasporta altrove, in un tempo in cui non è più importante cambiare quello che abbiamo lasciato bloccato, perchè non è più il momento.
Invita la primavera, domandati quale scelta stai rimandando, quale decisione sta nel ristagno. Domandati dov’è che esageri con il controllo, dov’è che trasformi la paura in un procrastinare, la naturale incertezza in dubbio e poi buttati. È solo quando facciamo un passo nuovo che si apre una nuova strada.
Separare ciò che ci piace da ciò che non ci piace è la malattia della mente. Sosan Ganchi Zenj
Pratica informale di mindfulness: Quali sono i passi nuovi che stai rimandando? Fanne un elenco, senza controllare quello che scriverai e poi scegli dov’è che, invece, potresti lasciar fiorire la tua vita, se non avessi paura di soffrire, paura di sbagliare. Perchè la vita è un immenso processo dinamico di cui fanno parte gioia e dolore, dolce e amaro.
Pratica formale di mindfulness: La meditazione del fiume
© Nicoletta Cinotti 2019 Verso la self compassion
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