
Ieri scrivevo come la pratica fa tornare bambini, oggi vorrei raccontarti come mai, a volte, rimaniamo bloccati nell’infanzia, che è qualcosa, invece, di molto diverso, dal tornare bambini. Le emozioni hanno una carica energetica: possiamo accorgerci che attivano in noi spinte. movimenti e motivazioni. Quando sono intense questa energia può rimanere bloccata nel corpo attraverso la risposta muscolare. Per questo motivo quando lavoriamo sul corpo può accadere che emergano emozioni che non comprendiamo. A volte un semplice massaggio, una seduta dall’osteopata, una lezione di yoga può risvegliare le emozioni che erano rimaste intrappolate nel corpo.
Quando accade proviamo un immediato transfert, un affetto, per la persona che ha “suscitato” l’esperienza. Un affetto che dipende dalla gratitudine e dal sollievo che l’emergere di una emozione trattenuta produce. Perché questo processo non avviene spontaneamente? Perché non possiamo liberare da soli le emozioni trattenute? Perché sono emozioni dolorose e che spesso giudichiamo, per qualche ragione, inaccettabili. Scegliamo di trattenerle, nel tentativo di sopprimerle, in modo inconsapevole, proprio come emergono in modo altrettanto non volontario.
Sono emozioni che richiedono, per tornare alla luce, una relazione, perché il dolore ha interrotto la fiducia e la fiducia restituisce quel sentire che era rimasto imprigionato. Sembra una favola ma non lo è: la nostra psiche funziona proprio così. Aveva ragione Rilke quando diceva che le parti che ci sembrano mostruose sono solo le parti di noi che attendono soccorso.
Forse tutti i draghi della nostra vita sono principesse, che attendono solo di vederci una volta belli e coraggiosi. Forse tutto l’orrore non è in fondo altro che l’inerme, che ci chiede aiuto. Rainer Maria Rilke
Pratica di mindfulness: Addolcire, confortarsi, aprire
Nicoletta Cinotti 2019 Vulnerabili guerrieri
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