Abbiamo tutti delle abitudini. Alcune buone e altre che ci ostacolano.
Anche il più disordinato di noi ha imparato il suo disordine attraverso la ripetizione; non sfuggiamo a questa regola che è alla base dell’apprendimento ma che è anche un modo con il quale diamo forma alla nostra personalità. E la forza della ripetizione non è paragonabile a nulla. Ci sembra di evitare la ripetizione ma se guardiamo alle nostre giornate sono moltissimi i gesti ripetuti che formano il nostro stile
La ripetizione ci rassicura, come il libro – sempre lo stesso – che ci leggevano prima di dormire e in cui niente doveva essere diverso. Quel ritmo conosciuto ci rassicurava.
Perché nella ripetizione, alla fine, decliniamo una sorta di gentilezza. Ci diciamo che le cose stanno così e questo è rassicurante come il cullare delle onde.
Per questo è tanto difficile cambiare delle abitudini dannose: perché rimaniamo affezionati a quella ripetizione che rassicura e dimentichiamo il danno che procura. Ecco perché, se vogliamo cambiare abitudini, ci è di grande aiuto la gentilezza. La gentilezza ci dice cha siamo al sicuro e che nulla di male potrà succedere.
Se ci imponiamo di cambiare otteniamo solo di nutrire la ribellione e l’attaccamento.
Non c’è nulla di più potente della gentilezza. È quella che disarma le nostre peggiori abitudini e arma le nostre miglior intenzioni.
“Pratica atti di gentilezzaa caso e insensati atti di bellezza”Anne Herbert
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2015
Foto di ©rosy.c -TORNO PRESTO
Lascia un commento