A volte mi ritrovo a fare – mentalmente – un elenco delle cose che devo fare. Sotto questo elenco c’è l’idea che appena avrò finito queste cose sarò libera. Una specie di effetto compiti a casa: appena hai finito i compiti puoi andare a giocare.
In realtà non è proprio così: se seguiamo questa spinta avremo sempre compiti da fare. perché non ce li diamo noi ma la nostra mente che è una maestra piuttosto esigente. Invece abbiamo bisogno di ribaltare il ragionamento. Non è prima fare e poi essere. Non è prima il dovere e poi il piacere.
È essere mentre facciamo. Provare piacere in quello che stiamo facendo. Per quello che stiamo facendo. Per la cura che mettiamo nell’essere presenti e nel fare ciò che facciamo.
Il piacere non viene dopo. Se non è dentro ciò che facciamo il piacere non verrà mai: sarà sempre l’ultima cosa della nostra lista. E noi saremo sempre sommersi dalle cose da fare e da un dovere a cui ubbidiamo come bambini anche se, ormai, abbiamo l’età per essere liberi.
Se abbiamo paura di essere, di vivere, possiamo mascherare questa paura intensificando il nostro fare. Più siamo occupati, meno tempo abbiamo disponibile per sentire, essere, vivere. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2016 Mindfulness e bioenergetica
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