
La misura dell’espressione non è una cosa facile. Non lo è in terapia e tanto meno lo è nelle relazioni. Tendiamo ad alzare la voce, e a coprire così quello che davvero sentiamo con del rumore aggiuntivo. oppure a tacere troppo e troppo a lungo.
In bioenergetica la capacità espressiva è un aspetto del nostro Sé corporeo. Insieme alla padronanza e alla consapevolezza è uno dei pilastri che ci permettono di essere pienamente noi stessi. A volte siamo molto consapevoli di quello di cui abbiamo bisogno ma abbiamo paura a dargli voce e, in questo modo, anche la nostra consapevolezza ne risulta diminuita. In alcuni casi essere consapevoli ma non riuscire a dare voce a ciò che comprendiamo di noi e della nostra situazione diventa un dolore aggiuntivo.
In altri casi invece non abbiamo sufficiente padronanza per modulare il nostro dire, il nostro parlare. E così cadiamo nel troppo. Un troppo che, dopo essere uscito, diventa imbarazzante perchè oltre il nostro desiderio e il nostro confine personale.
Così il punto è mettere insieme questi tre elementi e lasciare che siano in relazione dinamica tra di loro. Sono padrone di quello che sento? e la mia padronanza e la mia consapevolezza sono in grado di sostenere la mia espressione? Se la risposta mette in evidenza un aspetto deficitario, non è il rimprovero o lo sforzo che ci aiuteranno a cambiare situazione. È piuttosto l’esplorazione dell’area in cui perdiamo energia. E, spesso, è la paura della solitudine, della disapprovazione, che gioca il ruolo principale nella difficoltà espressiva. Ci togliamo voce perchè temiamo che la nostra diventi una voce sola. E ci dimentichiamo che, gli assolo, sono brevi momenti prima di tornare nel coro. Che l’essere parte – quel tenero e caldo senso di appartenenza – non comporta il prezzo di non essere chi siamo. Comporta l’integrare chi siamo con la relazione con gli altri. Se ci rimpiccioliamo non c’è un “Io” ma non può esserci nemmeno un “noi”.
È la nostra sensazione di separatezza, di essere un’identità separata, che ci porta alla fondamentale assunzione di non andare bene. Può essere come un sussurro di fondo che ci rende ansiosi rispetto al muoverci. O un senso profondo di solitudine che ci strappa via dalla sensazione di appartenere e di essere interi….Questa percezione è una parte intrinseca del nostro essere umani e appartiene a tutti i viventi …ma quando diventa il centro del nostro essere ci fa perdere di vista la nostra pienezza. Tara Brach
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso una accettazione radicale Foto di ©lella49
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